sabato 19 novembre 2011

Rodano


Rodano

Esplorazione "glaciale" delle sorgenti del grande fiume europeo

Il Massiccio montuoso del San Gottardo è un punto chiave posto al centro della catena alpina, da qui 
nascono alcuni dei fiumi europei più importanti: il Reno, il Ticino e il Rodano, 
questo in foto è il ghiacciaio da cui si origina il Rodano - le Rhone.


  L’acqua di fusione che fuoriesce dal ghiacciaio va a finire in un laghetto, ora ghiacciato, e subito dopo cade lungo una serie di placconate levigate formando pozze e qualche strettoia.
In questa stagione l’acqua è poca e si fatica a vedere dove passa. Siamo all’hotel Belvedere del Furka a quota 2.300 m, c’è pochissma neve a segnare un inizio d’inverno del tutto anomalo, il passo del Furka di solito chiude a fine settembre!

Partiamo subito dal bordo del laghetto, la portata è bassa, bisogna fare attenzione al ghiaccio, al verglas, la roccia è liscissima ma pulita ed ha un’ottima aderenza.
Bisogna calcolare bene dove passare per evitare scivolate incontrollate.




Freddo alle mani? Per fortuna è una giornata splendida: sole “caldo”, assenza di vento; per fortuna in quanto in questo periodo qui ci possono essere metri di neve. Le rocce liscie tra le quali si scende danno una sensazione di pulizia e di purezza come raramente si incontrano nei torrenti più a bassa quota.


Tiene o non tiene?  NON tiene !!!! C’è da inventare le mosse per uscire dalle sabbie mobili di ghiaccio....


Ci sono dei grossi cavolfiori di ghiaccio incollati a fianco delle cascate, bisogna tenere gli occhi aperti !!!!



Si controlla la pozza e poi via con i tuffi !!!




Qui il passaggio in una stretta
goulotte/canale e vista da lontano dello stesso passaggio, è la fenditura a destra nella foto.

Una foto estiva del 1995 che mostra come il ghiacciaio allora  arrivasse in questo punto!!!!
(i colori non sono molto fedeli...)


Siamo circondati da un mondo minerale fantastico.


C’è ancora un tratto di canyon difficile con 3 calate, chiuso tra le pareti, qui c’è l’ombra e bisogna muoversi veloci, le giornate in questa stagione sono corte. Seguiranno ancore delle piccole cascate e si arriva al termine.


Per info sul Rodano trovate su Wikipedia tante notizie interessanti. Ma sulla versione Francese sono disponibili molte più info, soprattutto sulle piene storiche.
http://it.wikipedia.org/wiki/Rodano_(fiume)
Wiki - Rhone in Francese

domenica 9 ottobre 2011

Ria di Ri


Ria di Ri

Esplorazione nei Grigioni con gruppo internazionale 

Il giorno dopo la discesa del Passit si riparte con una bella compagnia,
 l’acqua alla partenza fa 3-4 gradi, risata isterica degli amici..

Una bella foto di Jeff, fotografo professionale, durante l’avvicinamento “autunnale”, il rischio maggiore qui è quello di scivolare e finire dentro la forra...

Mi copro il più possibile...
Jeff è uno dei personaggi più divertenti nella compagnia
 internazionale, ha girato tutto il “mondo del canyoning”
 per realizzare splendide immagini. Se t’acchiappo con queste mani....  :-))

La prima cascata appena scesa; quella successiva è di 50 metri e molto impegnativa per l’acqua fredda.

Il cascatone visto dal basso, non si può evitare l’acqua nella prima parte.



Dopo una serie sfiancante di cascate fredde, alte e complicate da attrezzare arriviamo al gran finale. L’ultima cascata è un perfetto toboga da cui si può scivolare per oltre 15 metri. Si può ripetere il passaggio a volontà risalendo a destra nella foto, per cui sfoghiamo gli istinti ludici.
In conclusione un percorso meritevole ma da fare con un clima più mite !


sabato 8 ottobre 2011

Passit



Passit

Esplorazione piuttosto freddina nei Grigioni

Timo, infaticabile e pazzo esploratore di canyon svizzeri mi ha convinto a seguirlo in 
questa esplorazione, la cosa più divertente è che nevica già durante la marcia di avvicinamento !
 Siamo ai primi di ottobre, dopo farà 2 mesi di bel tempo assurdo !!!


Il Passit si sviluppa, discontinuo, con una serie di cascate 
piuttosto alte ed anche belle annaffiate, 
certo con 25° ed il sole sarebbe un’altra cosa!!!

Certo che con il sole e l’acqua calda son capaci tutti di fare canyoning...

Belle cascate e nessuna via di fuga possibile, acqua gelata, nevica, freddo...

"Casetta" completa sulla schiena, tripla muta, trapano al fianco...Timo !

Una bella cascata tobogabile, il toboga l’ho fatto ma mi sono gelato la faccia...  :-))
Ancora un bel ricordo da mettere in bisaccia per il futuro.

lunedì 19 settembre 2011

Eiger !!


Eiger !!

Esplorazione della parte superiore del Sandbach sopra Grindelwald

Il torrente scorre sotto il versante nord dell’Eiger, forma uno stretto budello 
che somiglia tantissimo ai canyons dello Utah, la roccia è calcare invece che 
arenaria ma le forme sono molto simili, una specia di anomalia geografica...

Scorre quasi tutto nascosto alla vista a fianco del sentiero turistico
 dell’Eiger, solo in 2 punti forma una cascata che si vede anche dal fondovalle

Dentro è stupendo, tutto meandri, ci sono archi di roccia e piccoli sifoni, 
la profondità max è di circa 20-25 metri, ci sono alcune scappatoie

Questa parte è già stata discesa da dei francesi, su mia indicazione... l’esplorazione si trova descritta più sotto e riguarda la parte superiore del torrente

Un arco di roccia e sotto la cascata vista salendo


In questo punto si passa all’esterno per poi ridiscendere ma in seguito abbiamo modificato l’attrezzamento

C’è proprio da divertirsi ma bisogna fare attenzione a non incastrarsi con i piedi

Stefano si diverte, ogni passaggio è una piccola sorpresa 
Sicuramente bisogna sapersi destreggiare molto bene nell’arrampicata perchè ci sono ancoraggi solo dove è necessario


Esporazione   ES-TRE-MO !!!


Torno con una bella compagnia di colleghi guide alpine per esplorare la parte superiore del Sandbach, il canyon
 inizia proprio sotto il piccolo ghiacciaio che si vede al centro-sinistra dell’immagine.

Ci caliamo, tra dei nevai, sospesi all’interno del canyon che è subito 
splendido, le pareti ai lati sono alte fino a 40 metri e più.

Anche qui troviamo archi di roccia e belle erosioni

 In alcuni punti siamo in parte “a cielo aperto” in molti altri sotto i nevai sospesi sopra le nostre teste.

 Questo è un dei pochi salti dove la roccia non è perfettamente lisciata, forse a causa di una 
composizione diversa dello stato roccioso.

Ogni passaggio è da interpretare, da scoprire. Bisogna decidere se serve la corda o si può 
passare arrampicando per guadagnare tempo.

 Passiamo sopra un nevaio crollato di recente, non è un momento molto tranquillo...

 E’ molto difficile descrivere la difficoltà di decidere di scendere in questo luogo potenzialmente molto pericoloso, ma che può essere parzialmente sicuro se affrontato nel giusto periodo dell’anno.

Anche lo stress della preparazione, della discesa, e la responsabilità di decidere sono state molto impegnative soprattutto perchè un percorso del genere non è mai stato fatto prima e quindi non c’erano riferimenti.
Il video professionale girato direttamente durante la prima discesa di questo
canyon estremo, su youtube visibile a schermo intero.